Sono una persona altamente sensibile. Ci sono un sacco di cose che mi danno fastidio, e una serie di situazioni che tollero con difficoltà.
I rumori troppo forti mi danno quasi del dolore fisico, le ingiustizie mi feriscono; sento forti le emozioni altrui, le aspettative degli altri su di me, e a volte dire no non è così semplice. Spesso mi sono fatta piccola per non dare fastidio, dando potere agli altri. Tendo a rivedere e a riguardare gli eventi della giornata, della settimana, e talvolta il mio giudice interiore boccia la maggior parte delle mie scelte. Scelte non sempre facili, anche il mio perfezionista interiore vuole che siano perfette.
Ho sperato e desiderato di essere un’altra persona. A volte, a dirla tutta, ho desiderato di essere un sasso, per non sentire tutto così forte.
Quando ho scoperto che si poteva fare qualcosa per vivere meglio l’alta sensibilità, ho più o meno inconsciamente sperato che avrei imparato ad azzerare le sensazioni, che avrei imparato a non sentire più così tanto. Che sarei potuta addirittura diventare meno sensibile. E invece no. Non si può mica spegnere l’interruttore del sentire, non si può permettere ad un sistema nervoso fine di smettere di essere così. Per fortuna!
L’alta sensibilità mi ha spinto a trovare il mio modo ottimale di vivere, di stare con gli altri, mi ha costretto ad imparare a mettere i confini, ad ascoltare i segnali del mio corpo, a prendermi cura di me. Mi ha insegnato a dire no, e a fare pace con la rabbia. Mi porta verso le situazioni giuste per me, mi porta verso le persone giuste per me.
Mi sta portando verso chi sono davvero, quando ho cercato in tutti i modi di allontanarmene. Ed è questo, il regalo più grande che l’alta sensibilità mi ha fatto, nel momento in cui ho scelto di accoglierla a braccia aperte nella mia vita.
di Emilia Cerri, Musicoterapista e naturopata