Da qualche anno è tornato in auge nel mondo educativo il metodo montessoriano, pressochè scomparso in Italia per mezzo secolo.
Montessori porta avanti una visione del bambino, nei confronti del quale vi è grande accoglienza, rispetto e libertà del suo essere senza però dimenticare un ordine e un’attenzione al suo contenimento.
Da educatrice altamente sensibile ho trovato nel metodo Montessori le condizioni ideali per poter gestire in modo ottimale il mio tratto in ambito lavorativo e allo stesso tempo dare ai bambini altamente sensibili un ambiente in cui poter esprimersi al meglio. Vediamo in che misura il metodo montessoriano rispetta a pieno ogni sensibilità dei bambini, in particolare dei bambini altamente sensibili.
Un ambiente ordinato e calmo
L’ambiente montessoriano è sempre a misura di bambino ed è basato sull’ordine e la calma. Vengono utilizzati colori neutri sia alle pareti che negli arredi, i lavori (sono definiti così tutti i materiali presenti, ognuno ha un utilizzo pratico e un apprendimento correlato ben studiati e precisi) sono disposti in ordine sugli scaffali e ad un’altezza che è raggiungibile in autonomia dal bambino. Gli spazi sono aperti e consentono il movimento e un utilizzo comodo dei materiali preparati. Sono presenti contemporaneamente i lavori relativi ad ogni area di sviluppo, espressione creativa o cura di sé o dell’ambiente, cosicchè il bambino possa muoversi liberamente al suo interno e scegliere in modo autonomo ciò su cui lavorare. Questa libertà consente di sostenere l’apprendimento partendo da un sentimento di desiderio e di piacere nel voler fare, nel poter seguire le proprie inclinazioni personali e approfondirle, quindi stimolando quella parte insulare del cervello che negli altamente sensibili è particolarmente attiva. L’adulto ha un importante ruolo nel scegliere i materiali e i lavori affinchè siano sempre stimolanti e accattivanti e adatti al periodo di sviluppo cognitivo del bambino, garantendogli in ogni scelta un materiale formativo. Quindi rimane il principio fondamentale della libera scelta, ma pur sempre tra materiali selezionati e pensati ad hoc. In un ambiente di questo tipo, inoltre, generalmente vi è meno rumore, meno movimento, meno stimolazione visiva e più serenità, caratteristiche che rendono meno probabile l’overarousal dei bambini altamente sensibili.
Un adulto accogliente
Il ruolo dell’educatore è quello di fare da collegamento tra l’ambiente e i bambini: prepara con cura l’ambiente selezionando i lavori e i materiali, ha l’importante compito di presentare come si utilizzano i lavori, osserva i bambini è a disposizione per qualsiasi bisogno. L’ adulto interviene con delicatezza nel momento in cui il bambino non riesce a trovare da solo un lavoro su cui concentrarsi, fa vedere attraverso movimenti delicati e lenti come si porta a termine un lavoro, lo accoglie quando richiede contatto e contenimento emotivo, non parla ad alta voce, non commenta l’operato del bambino se non è richiesto, ma quando viene interpellato sottolinea gli aspetti positivi e descrive in modo oggettivo ciò su cui si può migliorare. Si cerca di non cadere nelle sterili parole di supporto come “bravo” che creano dipendenza dal giudizio dell’adulto, ma si sottolineano le abilità messe in campo dal bimbo per ottenere quel risultato. In questo modo si tiene il focus sul bambino, sulle sue abilità, su ciò che sta imparando e che costituisce il suo bagaglio, si aumenta la consapevolezza che ha di sé stesso e si rinforzano le sue competenze. Tutti questi aspetti possono essere un’ottima base per rinforzare l’idea di sé che ha il bambino altamente sensibile e rendere più difficile il volgersi verso l’esterno e rimanere dipendenti o condizionati dall’opinione dell’adulto.
Comunicare per sintonizzarsi
La comunicazione tra adulti e bambini ha un ruolo molto importante nell’ambiente montessoriano; è per lo più non verbale, fatta di corpo, sguardi, sorrisi e un’attenzione vivida e piena. Il linguaggio viene utilizzato solo quando necessario per coltivare la relazione con il bambino, ovviamente l’utilizzo della comunicazione verbale aumenterà quanto più crescerà l’infante. Il modello di Comunicazione non violenta di Rosenberg, è molto affine ai principi della pedagogia montessoriana e può essere un sostegno importante per la crescita dei bambini altamente sensibili. Infatti questo modello che viene anche definito “modello Giraffa” aiuta a sostenere la centratura in sé stessi, sui propri bisogni, sulle proprie esigenze e invita ad esprimerle in modo oggettivo, senza critiche o giudizi, legittimando i propri vissuti e i propri sentimenti, così come sono. Gli stessi passaggi vengono poi proposti in un’ottica di ascolto dell’altro sempre priva di giudizio, ma fondata su una grande empatia. L’apprendimento nella prima infanzia avviene per imitazione, quindi se l’adulto si interfaccia con il bambino in questo modo, questi oltre ad interiorizzarlo, lo riproporrà con il gruppo di pari. L’obiettivo anche in questo aspetto è quello di dare strumenti affinchè il bambino sia autonomo nella gestione delle sue relazioni e sempre più abile nel portare sé stesso nel mondo. Montessori porta avanti il principio dell’educazione alla pace, del rispetto universale, che trova in questa modalità comunicativa un ottimo modo di essere messo in campo.
La sicurezza della routine
Fondamentale per i primi anni di vita, ma non solo, è avere una routine quotidiana semplice che consenta dei tempi lenti e adatti al periodo di sviluppo del bambino. Il susseguirsi sempre simile dei momenti di ristoro, di attività, di uscita all’aperto, di igiene, di riposo, crea una base di sicurezza nella quale il bambino si ritrova e si sente competente. Favorendo quindi l’autonomia di movimento all’interno di questa prevedibilità, si sostiene ancora una volta la sicurezza in sé stesso, la consapevolezza e l’autostima. Un principio fondamentale da rispettare è la lentezza: ogni bambino può prendersi i suoi tempi, osservare e mettersi in movimento nel momento in cui si sente pronto. Ciò garantisce ai bambini altamente sensibili un livello minore di sovraccarico e la possibilità di rispettare il più possibile i loro bisogni e il loro sentire.
Riconnettersi con la natura
Per i bambini altamente sensibili è fondamentale rimanere in connessione con la natura, poter trascorrere ogni giorno del tempo all’aperto e la pedagogia montessoriana supporta questa esigenza a pieno. Oltre al riequilibrio che produce il vivere fuori, in natura sono presenti molti spunti di apprendimento e di studio da cui partire per scoprire il mondo che ci circonda. Conoscere attraverso esperienze concrete, con l’utilizzo delle mani coinvolgendo tutti i sensi è un canale preferenziale per l’apprendimento di tutti i bambini, in particolare di chi ha un’alta sensibilità.
Chi di noi non avrebbe voluto trovarsi in un ambiente privo di competitività, dove non ci sono giudizi, confronti tra gli uni e gli altri, cose giuste o sbagliate, ma un’atmosfera in cui ognuno può sentirsi a suo agio nel fare a suo modo e tempo? E’ importante per tutti i bambini, ma nei confronti dei bambini altamente sensibili vi è una responsabilità ancora più marcata, per renderli liberi di poter essere sé stessi, di potersi esprimere e di acquisire abilità nel difendere il proprio modo di essere in una società che, purtroppo, non valorizza queste qualità. E’ quindi fondamentale partire da noi educatori, sforzarci di sviluppare una connessione profonda per poter supportare il bambino: ascoltarlo, accoglierlo, accettando il suo sentire; vederlo per com’è in tutte le sue sfaccettature e sostenerlo; aiutarlo a comprendere le emozioni e ad esprimerle in modo funzionale; contenerlo anche fisicamente, passando fiducia attraverso il corpo con l’holding; aiutarlo nel comprendere i segnali che il suo corpo invia quando sovrastimolato; essere sintonizzati sul suo essere. Permettergli insomma di fiorire per la meravigliosa creatura che è e non per compiacere le aspettative dell’adulto o della società.
Ilaria Marengo