Articolo di Giorgio Gaido
“Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me.” F. DE ANDRE’
Fabrizio De André può essere considerato una Persona Altamente Sensibile?
Mi sono posto questa domanda da quando ho conosciuto il tratto, e una riflessione approfondita richiede, ora che gli anni senza di lui passano veloci, che provi a capire. È stato uno dei più grandi cantautori italiani, riconosciuto per la sua capacità di raccontare storie di emarginati, ribelli, di mondi al limite con uno stile che non si può che definire poetico. Una vita nata nell’agio della Genova bene, è stata segnata da esperienze intense, drammatiche, culminate con il rapimento in Sardegna nel 1979. Ma anche da momenti di felicità e amore, di vera consonanza ed empatia, come il matrimonio con Dori Ghezzi nel 1989.
Cosa significa essere una Persona Altamente Sensibile? La psicologa Elaine Aron, che ha coniato il termine, ci dice che si tratta di persone che hanno una maggiore sensibilità agli stimoli esterni e interni, che elaborano le informazioni in modo più profondo e che provano emozioni più intense. Le PAS sono dotate di grande empatia, creatività, intuizione, ma anche di una maggiore vulnerabilità allo stress, alla critica e alla sofferenza propria e altrui.
Possiamo dire che Fabrizio De André fosse una PAS? Non posso dare una risposta certa, ma provo a cercare indizi nella sua sterminata produzione e nella sua biografia. De André era sicuramente un artista capace di esprimere con parole e musica abbinate in stile cantautoriale le sue visioni del mondo e la sua emozione. Era anche un uomo solidale, che si schierava dalla parte dei dimenticati dalla società. Anarchico e pacifista, rifiutava le ingiustizie e le violenze del potere. Amante della letteratura e della cultura a tutto tondo, si ispirava a poeti come Rimbaud, Baudelaire e Pasolini. Fernanda Pivano, sua estimatrice e soprattutto amica, fino alla fine disse di lui che doveva stare nel novero dei grandi della poesia di tutti i tempi.
Era di sicuro un sognatore e un idealista, cercava la libertà e l’amore in ogni forma.
Tutte queste caratteristiche potrebbero far pensare a una Persona Altamente Sensibile, ma non sono sufficienti a definirla tale. Dovremmo sapere il processo e i tempi con cui De André reagiva agli stimoli esterni, come gestiva lo stress della celebrità, come affrontava i conflitti, come si rapportava con gli altri.
La sensibilità non è un tratto fisso e immutabile, può variare nel tempo a seconda delle situazioni: le persone ad alta sensibilità non sono una categoria omogenea e universale, dipendono ognuno per sé da molti fattori familiari, sociali e culturali.
Quindi, in sostanza, Fabrizio De André può essere considerato una PAS? Io penso di sì. Anche con i miei pochi elementi per dare una risposta definitiva su un grande suscitatore di domande quale era, mi sento di dire davvero sì. Anche la sua rabbia, il nervosismo e la timidezza sfogati nel fumo di migliaia di sigarette persino in concerto possono dire di lui che era sicuramente una persona “nobile”, nel senso più ampio e bello del termine. Una persona capace di avere e di sentire tanto e di condividerne il possibile con lo strumento che aveva scelto, la canzone.
Per sostenere ancora questa mia tesi, lascio qui sotto alcune sue frasi, tratte da canzoni, da interviste, dai monologhi duranti i concerti:
– “La solitudine può portare a forme straordinarie di libertà.”
– “Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame.”
– “C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.”
– “La gente sa che sai suonare, e suonare ti tocca. Per tutta la vita. E ti piace, in fondo, lasciarti ascoltare.”
– “Essere sé stessi è una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari.”
Per approfondire la conoscenza di Fabrizio di Andrè, ecco il link al sito ufficiale