Forse solo gli addetti ai lavori si saranno un giorno chiesti perché e a un certo punto le corde degli strumenti musicali fermano e mantengono la tensione che serve per ottenere la loro corretta vibrazione detta accordatura: che rapporto c’è con la resilienza dei materiali di cui sono fatte? E con la resilienza umana il processo è paragonabile? Le Persone Altamente Sensibili sono in grado di mantenere una “nota fissa” all’interno della società umana di cui sono chiamati a partecipare con il loro suono?
L’accordatura degli strumenti musicali è un processo affascinante che si basa sulla fisica dei materiali. Quando si accorda uno strumento, si regola la tensione delle corde fino a raggiungere la frequenza desiderata per ogni nota. Questo processo sfrutta laresilienza dei materiali, cioè la loro capacità di resistere alle sollecitazioni mantenendo le proprie caratteristiche. È un valore misurabile e si riferisce alla loro attitudine di assorbire energia da impatti o sforzi senza subire danni permanenti alla loro struttura fatta di fibre. Anche il materiale in cui sono costruiti gli strumenti che devono supportare una tensione va testato: il legno per una chitarra, per una viola o un violino, la formatura più capace per la struttura dei tamburi, per gli strumenti a fiato l’usura dei tasti e la miglior regolazione dei cursori di un trombone. Che li si strofini, si pizzichino, si percuotano o ci si soffi dentro, essi devono “tornare” allo stato originale senza danni visibili.
La resilienza umana, termine quindi preso a prestito dalla metallurgia e dalla meccanica, è un concetto della psicologia che riassume la capacità di una persona ad affrontare e superare avversità quotidiane o lo stress a lungo termine. Una qualità che ci permette di adattarci e fare fronte alle sfide della nostra vita, a volte in crescendo per essere già pronti, a volte in un protettivo calando se siamo stati molto provati dalle circostanze. Nonostante condividano il concetto di resistenza e recupero, la loro applicazione è parecchio diversa: la resilienza dei materiali è pura meccanica statistica, nell’essere umano non è solo fisica, il più delle volte è una componente psicologica e comportamentale.
Una cosa affascinante è però che esista un parallelo tra i due esempi: serve equilibrio tra flessibilità e stabilità. Proprio come una corda di chitarra deve essere abbastanza flessibile da vibrare e produrre suono, ma anche strutturata per non rompersi, così le persone devono essere flessibili per adattarsi alle situazioni ma, se possibile, stabili nei loro valori umani per superare le difficoltà.
Sia nei materiali che negli uomini, la resilienza può essere rafforzata: nei primi attraverso processi di trattamento appositi come rivestimenti e sovrapposizione di strati, nella psiche umana attraverso lo sviluppo di strategie di rinforzo emotivo.
In entrambi i casi è la capacità di ascolto ad avvisare che qualcosa si è “spostato” e serve una messa a punto, personale o assistita. Se possibile occorre evitare che una o più fibre che compongono il materiale fisico e lo spirito umano si logorino a tale punto che succeda la rottura, processo che innesca un problema all’inizio invisibile ma che aumenta fino a snaturare e appesantire di lavoro del resto della perfetta costruzione.
Soprattutto nelle Persone Altamente Sensibili queste sollecitazioni di vita sono da osservare e valutare. Siamo una percentuale di popolazione mondiale in crescita nell’orchestra umana: come gli archi che sono seduti davanti al resto dell’orchestra ma è uno solo di loro, il primo violino, a dare il LA per accordare tutti gli altri strumenti. Possiamo dire che se c’è ancora qualche nota stonata soprattutto i PAS la sentono, direi, per primi.
La resilienza dei materiali metallici e organici è parte del mondo degli oggetti e degli esseri umani, gioca un ruolo cruciale per permettere al “tutto” di funzionare al meglio.
E l’esempio della musica può essere visto davvero come un’espressione della resilienza umana, un modo armonico per ammortizzare la vita attraverso l’arte.
Usiamola quindi la nostra capacità di resilienza, per gestire lo stress e mantenere una visione generale più consapevole e leggera; per aiutarci a ottimizzare e valorizzare le tensioni fermandosi un passo prima della rottura di una fibra. Soprattutto i PAS, chiamati probabilmente sempre più spesso in futuro a dare il LA giusto alle questioni di tutti i giorni.
a cura di Giorgio Gaido, Operatore Alta Sensibilità e Musicista